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Marmo bianco

Alt. 33 cm; diam inf. 34 cm; lati abaco max 46 x 44 cm fine I a.C. inizio I d.C.


Scheda opera

Capitello corinzieggiante con chimera di colonna

Interessante capitello figurato estremamente particolare nell’immagine presente al centro di tutte e quattro le facce del kalathos : una coppia di ali di sfinge e al centro una testa di capride.

Alla base del capitello troviamo una corona avvolgente di foglie d’acanto allineate e con i lobi arrotondati, costolatura centrale e leggere incisioni parallele, le cime appena curvate, sono in parte spezzate. Proseguendo sul kalathos sono incise la coppia di ali di sfinge che si toccano nella parte curvilinea per poi aprirsi in diagonale. Il piumaggio è reso con attenzione nelle sue diverse parti e anche le roselline a sei petali sono incise con delicato plasticismo, con bulbo centrale e petali leggermente concavi. Al centro troviamo una testa ben pronunciata con corna caprine.

Il disegno presenta, nel pur piccolo spazio, gli elementi iconografici prettamente egittizzanti tipici dell’età augustea, che dopo la vittoria di Azio (31 a.C.) si diffusero a Roma ed erano espressione evidente del grande successo militare e politico di Augusto. Tutto richiama alla terra d’Egitto: le ali di Sfinge, i fiori di rosa sono vicini al mondo isiaco ed, infine, la testa di capride con le corna ricurve è un chiaro riferimento a Zeus Ammone, il cui culto aveva, già con Alessandro Magno, ricevuto grande venerazione. Agli angoli le foglie dovevano proseguire fino all’abaco i cui angoli risultano spezzati.

Nel sito archeologico di Hammam-Lif, l’antica Aquae Persianae, una frequentata località termale, come ci dice il nome stesso, a circa 15 Km da Tunisi, è stato ritrovato un capitello estremamente simile al nostro esemplare nell’iconografia utilizzata. Evidente però è l’inferiore qualità formale della resa stilistica, nonostante si presenti quasi integro rispetto all’esemplare della Collezione M. Nell’esemplare tunisino il rilievo si fa più meccanico, perdendo l’eleganza e la morbidezza delle linee dell’esemplare in esame, come si evince dal trattamento delle foglie d’acqua che si allungano in modo schematico in lobi paralleli perdendo le caratteristiche della foglia d’acanto.