Collezione di Archeologia

Commento alla Collezione di Marmi antichi della Collezione M del Prof. Raniero Gnoli, professore ordinario di Indologia presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza dal 1964 al 2000, nonchè decano della “Facoltà di Studi Orientali” nella medesima Università è annoverato tra i massimi esperti e studiosi di cultura greco-romana e dei marmi romani antichi.


“La collezione nasce dal desiderio di trasformare lo scorrere della propria esistenza in una serie di oggetti salvati dalla dispersione”. Così Italo Calvino. L'attività di raccoglitore avrebbe infatti una consistenza e valore soltanto materiale, sarebbe, come è stato detto, una semplice estensione dell'ego se non fosse animata dalla consapevolezza che così facendo ci si oppone, in qualche modo, all'azione fatale del tempo e all'oblio e negligenza degli uomini salvando testimonianze destinate altrimenti a essere dimenticate e perdute.
Il raccoglitore diventa così un preservatore e un salvatore. Come tale egli svolge un compito capitale nella conservazione e memoria di creazioni della natura e dell'arte.
La sua opera non è più una raccolta puntigliosa e materiale, ma assume un valore etico e spirituale. La memoria non è forse la madre delle Muse?


Poche persone hanno tanto sacrificato a questa Dea quanto Valter e Paola Mainetti. Non mi soffermerò qui sul loro interesse per le arti figurative, dalle statue, busti, bassorilievi e vasi romani, ai quadri antichi e moderni da lui raccolti come presidente della Fondazione Sorgente Group e neppure sulla loro attività di promotori di eventi culturali e di mecenati. Di ciò parleranno altri.
Qui accennerà soltanto al singolare amore per le pietre e i marmi, quello forse a loro più congeniale. La raccolta di soli capitelli antichi di varia epoca e stile conta un centinaio di esemplari ed è forse la più importante esistente. Cento e più sono anche le colonne di diversi marmi tra intere e frammentarie. Tutti questi reperti non sono disposti meccanicamente come in un museo, ma spiccano variamente in mezzo a spazi verdi sullo sfondo opportuno delle rovine dell'Aventino.
I diversi pezzi (ma vi sono anche vasi, rilievi, iscrizioni e altro) non sono più percepiti come frammenti dissociati e artificiosamente giustapposti ma come parti di un insieme naturale e organico a ornamento di un giardino incantato.
Grazie Valter e grazie Paola”.


Raniero Gnoli


Roma, luglio 2019




La Collezione archeologica è caratterizzata da una notevole varietà di reperti che offrono un valido panorama sull'arte antica. Nel tempo si è arricchita di nuovi interessanti elementi grazie alla passione e alla ricerca di opere di pregio nel mercato antiquario italiano e internazionale. La spinta verso un'amorevole sentimento per la conservazione, quasi la "custodia", del frammento o del singolo oggetto antico, si fonde alla necessità di una maggiore conoscenza del reperto affinchè sia valorizzato quale testimonianza dell'arte antica.


La categoria degli elementi architettonici (capitelli, fusti di colonna, elementi architettonici) è la più ricca di reperti, costituendo il fulcro di tutta la collezione. La gran varietà di capitelli, nella quasi totalità integri, offre un panorama completo delle tipologie e delle caratteristiche stilistiche dei vari ordini architettonici sviluppatesi dal I a.C. alla tarda età imperiale: dagli esempi tuscanici in travertino, gli ionici, anche in marmo pentelico, quelli a calice asiatici, fino all'ampia presenza dei corinzi, corinzieggianti e compositi. Nell'insieme i capitelli corinzi evidenziano, nella plasticità delle foglie d'acanto e nell'evidenza degli elementi caratterizzanti, l'evolversi e i cambiamenti della resa stilistica del rilievo nel tempo e nei diversi luoghi dell’impero.
Inoltre le numerose colonne lisce, scanalate e tortili rappresentano l'evidente testimonianza dell'ampio utilizzo che ebbero i marmi bianchi e colorati, provenienti dalle cave intorno al bacino del Mediterraneo, in ambiente romano imperiale per la decorazione architettonica pubblica e privata: marmi bianchi come il bianco di Luni-Carrara, il greco fasciato, il greco scritto, il bigio fino ad arrivare ai pregiati pavonazzetto, giallo antico, cipollino, breccia corallina, africano.


I reperti e i frammenti sono stati divisi in categorie e relative sottocategorie in base all'individuazione del loro ambito di pertinenza. Sono state create categorie separate per i capitelli e le colonne dagli altri elementi architettonici, affinchè fossero poste in maggiore evidenza; son presenti, inoltre: la scultura, comprensiva di statuaria a tutto tondo, teste e rilievi; gli elementi funerari e sacri, suddivisi poi ulteriormente, con la presenza di un sarcofago pressochè integro con geni stagionali e di frammenti riconducibile al contesto funerario e di devozione pagana; elementi d'arredo, comprensivi di una sottocategoria dedicata a fontane, fontanine, e labra, tra cui spicca l'esemplare in cottanello antico; infine gli elementi di rivestimento musivi.