Pittura | Tutti gli artisti | | | Giudizio critico


107 x 89 cm
Olio su tela
1644


Scheda opera

Descrizione opera

San Paolo

Il giudizio critico


1) Il soggetto San Paolo è riconoscibile per il simbolo iconografico della spada. A questo attributo, d’obbligo per questo santo, si aggiunge il motivo del libro sul quale il Santo è intento a scrivere, penna e calamaio alla mano come a ricordare che la sua divulgazione della Parola fu non meno scritta che parlata. Tale dipinto fu esposto alla mostra monografica dedicata al Guercino nel 1968 della quale chi scrive fu membro della commissione scientifica (cf. Catalogo Mostra, Bologna 1968, pag. 175 scheda 76, tav. 76) Tutta la commissione fu concorde nel ritenere il dipinto, che allora apparteneva a una collezione privata veronese, un bell’autografo di Guercino. Dennis Mahon, estensore della scheda, inoltre sottolineava che nel Libro dei Conti dell’artista, sono annotate le consegne di due tele con un San Paolo nell’anno 1644 e propendeva a identificare la tela con quella data il 20 febbraio al sig. Abbate Panici, motivando il suo dire con fondate considerazioni: lo stesso quadro che è ricordato al medesimo anno nella “Felsina Pittrice” dal Malvasia. Tali considerazioni prendevano l’avvio dalla scritta antica con la data del 1644 che scoprimmo sul retro della tela originale. La bella immagine della figura seduta in un lume chiaro e diffuso, ma che non rinuncia a traversare d’ombra sul fondo di memoria caravaggesca, ripete se pure con un individuazione sentimentale, più adeguata e accostante, quella del San Paolo nella parte della Certosa di Pavia, eseguita tre anni prima, come sottolineava il Longhi ripubblicando il dipinto in “paragone” in sede di recensione alla mostra di Bologna. La distanza di 3 anni tra il più grande quadro di Pavia e questa redazione del solo San Paolo spiega assai bene le sottili varianti, meditate dal maestro non già copiando l’opera più antica, ma usandone i disegni; e che inoltre è forse eccessiva la sicurezza espressa dal Mahon nel ritenere il particolare della spada eseguito dal fratello del pittore, Paolo Antonio Barbieri. (Carlo Volpe, 15 ottobre 1972)

 

-

 

2) Si tratta di una formidabile opera di Guercino ricordata nel Libro dei Conti in una data molto interessante x tutta la carriera del sommo maestro. Il dipinto è registrato nell’anno 1644 come destinato al signor “Abbate Panici”. L’opera, solenne e magistralmente composta, fu studiata da Carlo Volpe che ne evidenziò il bellissimo contrasto tra la luce chiara e diffusa che si spande sulla figura e l’ombra che attraversa il fondo creando un clima di sapiente meditazione così tipico del Guercino nel culmine della sua parabola quando la forte energia da lui espressa nelle opere giovanili si placa nel controllo della mente e nell’espressione dell’attitudine speculativa e creativa dell’essere umano, da lui raccontata nelle immagini dei santi e dei martiri che amò raffigurare con trasporto e devozione, senza mai perdere di vista la laicità che sempre lo contraddistinse. (Claudio Strinati)