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18 x 26 cm
Olio su tela
1838 ca.


Scheda opera

Veduta del Colosseo


Il dipinto

Fin dall’infanzia Giuseppe Canella cresce in un ambiente artisticamente dinamico: è difatti il padre, che è architetto, decoratore e scenografo, a dargli i primi rudimenti pittorici. Questo background infonde una gran sicurezza nei propri mezzi al giovane Giuseppe che non riterrà mai necessario entrare a bottega da qualcuno per perfezionare la sua tecnica pittorica.

Considerata come la moda artistica del periodo, la pittura di vedute diventa il fulcro anche del giovane Giuseppe, probabilmente influenzato dalle tele di Pietro Ronzoni, allora paesista molto celebrato, nonché concittadino di Canella. Assai probabilmente quest’ultimo ebbe modo di ammirare le opere del più rinomato collega, cercando di prendere ispirazione.

Per ovvie vicinanze geografiche, a ventisette anni Giuseppe si sposta a Venezia per un breve periodo: in laguna può così dedicarsi allo studio dei grandi vedutisti del secolo precedente come Canaletto e Francesco Guardi. Successivamente la sua formazione prosegue all’estero, nei Paesi Bassi, un’altra terra celebre per i pittori di paesaggi, in particolare durante il XVII secolo. Sicuramente dagli artisti nordici seppe trarre una giusta lezione, specie nella selezione dei colori che al suo ritorno sono più freschi e luminosi.

Nel 1818, al rientro dal viaggio europeo, espone a Milano alcune sue vedute durante l’Esposizione delle Arti di Brera. I buoni riscontri di critica ricevuti in quell’occasione lo incoraggiano a proseguire la sua formazione internazionale che lo vede viaggiare in Spagna e Francia. A Parigi si fermerà per ben 10 anni, durante i quali le sue opere saranno regolarmente esposte e molto apprezzate dal pubblico parigino del Salon, tanto che riceverà persino una medaglia d’oro da Luigi Filippo d’Orleans. Nel 1832 rientra a Milano dove viene ammesso immediatamente all’Accademia di Brera, su richiesta diretta di Ferdinando I d’Austria. Preceduto da una fama oramai consolidata anche a livello internazionale, Giuseppe Canella compie ulteriori viaggi, questa volta lungo la penisola italiana, che lo portano a visitare Roma e Napoli nel biennio 1838-39.

Quindi è da far risalire a questo periodo la realizzazione di questa piccola tela raffigurante la classica veduta del Colosseo, ripresa dal Colle Palatino con la cosiddetta Meta Sudans in primo piano. Ovvero la fontana costruita in Età Flavia dove, secondo un’antica leggenda andavano i gladiatori a lavarsi dopo i combattimenti nell’arena adiacente. Oggi purtroppo non sono rimaste più tracce di essa, ecco perché dipinti come questo di Giuseppe Canella divengono testimonianze visive preziose di una Roma scomparsa.