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19 x 29 cm
Tecnica mista su carta


Scheda opera

In picchiata verso Siena


Il dipinto

Pittore, architetto, caricaturista e scenografo: Uberto Bonetti è stato un artista a tutto tondo, eclettico e completo. Dotato di una forte vena umoristica, fu un proficuo vignettista, con collaborazioni con i più importanti quotidiani italiani di allora come “La lettura” e “Il Corriere della Sera”.

Frequentò l’istituto d’arte di Lucca che lo portò a lavorare come decoratore per eventi locali in Versilia dove ebbe modo di incontrare e stringere amicizia, con colleghi artisti, politici e membri dello spettacolo. Una sessione di lavoro eseguita presso il Kursaal di Viareggio lo portò a conoscere  Filippo Tommaso Marinetti, il cui carisma eserciterà una forte influenza sul giovane Uberto. Ed è il 1928 l’anno spartiacque nella sua carriera quando effettua il primo volo a bordo di un ultraleggero. Questa esperienza si rivelò fondamentale non solo per la sua crescita artistica, ma soprattutto per la sua indole: la passione per la velocità, che nel volo trovava la sua summa massima, esplose nel cuore del giovane Uberto, al punto da divenire quasi ossessione, che vi trovava non solo l’emozione e l’adrenalina, ma soprattutto una realizzazione del progresso scientifico e tecnologico.

Questa passione, unita alla stima che nutrita nei confronti di Marinetti, portò Uberto Bonetti ad aderire alla seconda ondata di futurismo, definito appunto “Aerofuturismo”: una declinazione pittorica della corrente originaria che mostrava grande entusiasmo per il volo come espressione massima del mito della macchina e della modernità, principi base anche del primo Manifesto Futurista del 1909. Oltre a lui, fra i firmatari di questo secondo documento ci furono lo stesso Marinetti, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Gerardo Dottori, Fillia, solo per citarne alcuni.

Il volo e le emozioni che ne derivavano divennero quindi il centro dell’arte di Bonetti: un’esperienza che racchiudeva in sé alcuni dei valori celebrati fra i giovani del Ventennio, come lo sprezzo del pericolo e la modernità. Quest’opera quindi racchiude in sé tutto questo: un volo spericolato verso il centro di Siena, in un vortice di colori e forme che vogliono ricreare l’adrenalina e le emozioni che si proverebbero scendendo in picchiata verso terra.

Dal 1932 al 1935 e successivamente nel 1938 Bonetti collaborò con disegni propagandistici e ispirati alla tematica del volo con il settimanale "L'Artiglio", organo ufficiale del partito fascista lucchese, senza mai però aderire politicamente a quell’ideologia.