Pittura | Tutti gli artisti | | | Descrizione opera

22 x 27 cm
Olio su tela
1945-47 ca.


Scheda opera

Clown musicanti


Il dipinto
Fratello del più celebre Raoul, Jean Dufy si dedicò anch’egli alla pittura. Fu proprio il fratello maggiore a fornirgli i primi rudimenti dopo che il giovane Jean rimase folgorato da una mostra su Picasso, tenutasi nella sua città natale, Le Havre, nel 1906. La figura di Raoul fu talmente importante nella formazione artistica di Jean che lo stile di quest’ultimo ne risultò fortemente influenzato, così come altrettanto fondamentale fu lo studio del Cubismo. Rientrato dal fronte dopo la Prima Guerra Mondiale, Jean decise di stabilirsi a Parigi, dove aprì uno studio nel cuore di Montmartre, vicino all’atelier di Georges Braque, amico fraterno di Raoul, che lo aiuto e incoraggiò a sperimentare la tecnica cubista. Vivere in quel quartiere, in un momento di grande fermento artistico come gli anni 20 del Novecento si rivelò fondamentale per Jean, che ancora doveva affrancarsi dalla figura ingombrante del fratello, artista già affermato. Lì ebbe modo di frequentare artisti del calibro di Pablo Picasso ed avvicinarsi alla corrente dei “Fauve”, grazie all’amicizia con André Derain. Dal punto di vista iconografico Jean Dufy si considerò erede più della corrente impressionista che di quella moderna: nei suoi dipinti, realizzati “dal vivo”, si rifletteva la musica e l’atmosfera che si respirava nella Parigi di quegli anni, preferendo raccontare gli avvenimenti mondani quali corse di cavalli, gare di canottaggio e spettacoli di cabaret. L’amore fra Jean Dufy e il mondo teatrale e circense sarà uno dei fil-rouge della sua vita, una passione nata negli anni ’20 quando gli spettacoli di Cabaret e di Jazz, portati in Francia dai soldati americani durante la Grande Guerra cominciarono a riempire le serate del pittore. Clown musiciens è dunque la rappresentazione pittorica di una delle sue tante serate parigine, ma è altresì un omaggio ad Henry de Toulouse-Lautrec, l’artista che più di ogni altro amò e raffigurò l’arte circense riuscendone, come nessun altro, a rendere l’atmosfera magica che si viveva sotto al tendone.