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100 x 70 cm
Idropittura su tela
1965


Scheda opera

Carnevale Agra' a Venezia


Il dipinto

Artista eclettico e stravagante, Sante Monachesi ha sempre vissuto in linea con la sua produzione, posizionandosi costantemente fuori dagli schemi accademici del Novecento. Come pittore, si forma all’ombra dei grandi esponenti del Futurismo e nel 1932 fonda a Macerata (sua città d’origine) il “Gruppo Futurista Umberto Boccioni – Movimento futurista delle Marche”.

Quelli sono anni di intensa attività espositiva che lo vedono viaggiare continuamente fra Europa e Nord America. Ma già negli anni 40 i semplici orizzonti artistici del Futurismo cominciano ad andare stretti al giovane artista che comincia ed elaborare una pittura caratterizzata da larghi piani cromatici e sintetiche profilature. Orientato sempre di più alla ricerca sperimentale, Monachesi decide di dedicarsi alla gommapiuma, un materiale rivoluzionario per l’epoca, assai malleabile ed innovativo: comincia a realizzare una serie di sculture (o meglio modellature) di questo prodotto dell’industria e del progresso, in linea con i principi futuristi originali.

Durante tutta la sua vita, Santa Monachesi manifestò una continua fascinazione e una genuina curiosità non solamente per le novità industriali ma soprattutto verso l’attualità, che negli anni 60 significava principalmente la corsa allo spazio delle due grandi potenze mondiali: USA e URSS. Divennero assai familiari concetti del tutto nuovi, come quello della gravità terrestre o della sua totale assenza nella nuova frontiera appena conquistata. L’idea che l’impossibile stesse diventando realtà, lo stuzzicò a tal punto che cercò di teorizzare un nuovo tipo di linguaggio artistico, che definì appunto Agravitazionale o Agrà (come preferirà chiamarlo lui nei suoi scritti). Un movimento in cui l’utopia era intesa come credibile espressione estetica e dove ogni concetto era slegato e “alleggerito” dalla forza di gravità dei vincoli mentali tradizionali. Libero di librarsi senza zavorre per cercare sempre espressioni nuove e non convenzionali.

Il dipinto qui in esame, eseguito nel 1965 durante un viaggio a Venezia, rientra nella primissima produzione Agrà del pittore: vi raffigura una sfilata di carnevale semplice e colorata, decisamente anticonformista e del tutto slegata alla tradizione barocca e pomposa del carnevale veneziano per come lo si conosceva.