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Bigio antico

Alt. totale 174 cm, diam. imoscapo 38 cm; diam. intermedio 32 cm; alt. base con plinto 20 cm.

Età imperiale (II-III d.C.)


Scheda opera

Fusto liscio di colonna su base composita

Fusto liscio di colonna in marmo bigio antico brecciato, ricomposto solo in parte da due rocchi tagliati in epoca moderna. Presenta una tonalità di marmo abbastanza scuro e omogeneo con un clasto evidente nero (rocchio con imoscapo alt. 90 cm, secondo rocchio alt. 84 cm). È mancante della parte superiore e del sommoscapo: l’altezza originaria doveva raggiungere circa i 3 m. Nella parte superiore si trova un tassello di restauro dello stesso marmo di forma quasi quadrata di 25 cm ca. di lato.

L’imoscapo, che risulta integro, è costituito da un da cavetto e listello liscio (alt. 2,7 cm, sporge di 1,5 cm). In mancanza di dati che consentano l’attribuzione del fusto ad un preciso contesto monumentale, risulta difficoltoso anche l’inquadramento cronologico, soprattutto in considerazione del largo impiego che ebbe il bigio nel mondo antico.

Il fusto è stato collocato su base composita antica non pertinente di marmo bianco (alt. 20 cm) con plinto; presenta alcune scheggiature, piccole fratture sulla superficie. La base è caratterizzata dalla presenza del plinto su cui poggia il primo toro (alt. 3 cm), che insieme al secondo (alt. 2,5 cm), risultano ancora regolarmente espansi; essi sono separati da due scozie a loro volta distinte da due piccoli tondini (alt. 0,7 cm) e incorniciate tra due listelli marginali (alt. 0,5). Per tali caratteristiche la base è orientativamente collocabile cronologicamente tra la fine del II d.C. e il III d.C.