Marmo bianco
Alt. tot. 25 cm; lato abaco 24 cm; diag. mass. 30 cm; diam. base 17 cm
Fine I – II d.C.
Capitello corinzio di colonna
Capitello corinzio di colonna che presenta una superficie fortemente abrasa con numerose scheggiature che rendono difficile una corretta lettura del trattamento del rilievo e dell’ornato. Si conservano le due corone di foglie d’acanto (alt. prima corona: 9 cm; seconda corona: 14 cm) che cingono il kalathos (alt. kalathos con orlo 22 cm), le cui foglie sono difficilmente definibili nella forma, ma riconoscibili sono le incisioni della costa centrale della foglia, che nella seconda corona si fermano a metà senza raggiungere la base del capitello, e sono visibili le zone d’ombra a goccia allungata, anche nei calici.
I cauli leggermente inclinati con sottili scanalature verticali sono cinti da un orlo convesso con sepali rovesciati segnati da piccoli fori di trapano; da questi si formano le foglie dei calici ancora percorse da incisioni, che sostenevano le volute e le elici dal nastro liscio terminanti con chiocciola sporgente, ora fortemente abrase, ma riconoscibili; le elici si toccano al centro del capitello sotto il fiore dell’abaco (alt. 6 cm). Una foglietta ogivale sostituisce il calice dello stelo che termina nel fiore dell’abaco, che si conserva parzialmente con grosso bulbo centrale. La parte superiore dell’abaco è lavorata a gradina e di forma quadrata.
Il capitello, anche se presenta difficoltà di lettura per il suo stato di conservazione, è inquadrabile cronologicamente tra la fine del I d.C. e il II d.C. per alcuni elementi caratterizzanti come il trattamento delle zone d’ombra a gocce verticali, che mostrano la ricerca più di un effetto ottico verso una progressiva diminuzione della plasticità in età giulio - claudia, e sopratutto la foglietta ogivale in luogo del calice dello stelo.