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Marmo bianco

Alt. 42 cm; diam. inf. 35 cm; lato abaco 54 cm

Fine II d.C.


Scheda opera

Capitello a calice di colonna

Capitello a calice di tipo asiatico di colonna, che risulta diviso in due zone. Nella parte inferiore liscia del kalathos, che raggiunge la metà dell’altezza complessiva, si dispone una corona di otto foglie d’acanto di tipo asiatico spinoso (alt. 17 cm), ben distinte le une dalle altre. Esse presentano i lobi raccolti intorno ad una nervatura centrale liscia e costituiti da fogliette appuntite e caratterizzate al centro da cavità a sezione angolare; la costolatura centrale sporgente è fiancheggiata da solchi laterali che divergono nel tratto superiore e danno luogo a concave e morbide depressioni dei lobi superiori. L’ultima foglietta del lobo inferiore si avvicina unendosi alla prima di quello superiore contiguo, senza sovrapporsi, dando luogo a zone d’ombra a forma di grandi e profondi occhi oblunghi, creando un forte contrasto. Le cime leggermente flesse sono spezzate, anche parte della corona inferiore risulta mancante. L’acanto acquista un valore intensamente chiaroscurale e può essere confrontato con altri esemplari rinvenuti ad Ostia e databili intorno alla seconda metà del II – inizio III d.C. (in Pensabene P., I capitelli, in Scavi di Ostia, vol. VII, Roma 1973).

Nella parte superiore la superficie del kalathos non è scandita dalla serie di foglie d’acqua, poiché queste sono state sostituite da sedici baccellature semilunate (alt. 15 cm), lisce a sezione concava, separate da listelli piatti, non profondamente incavate e non sporgenti nella parte superiore, le estremità arrotondate incurvandosi in alto sostengono l’orlo del kalathos. Tale elemento consente di inquadrare il nostro esemplare nei capitelli a calice di tipo asiatico, individuato da C. Börker (in Blättkelchkapitelle, Berlin 1965), e distinto dal tipo greco caratterizzato, dalla presenza delle foglie lisce nella parte superiore.

I lati dell’abaco, di cui uno abraso con relativi angoli, sono rettilinei e presentano due ampi listelli (alt. 4,5 e 4 cm); assente il fiore dell’abaco.

È possibile confrontare il nostro esemplare con altri capitelli a calice conservati nel Museo Nazionale Romano e con tre capitelli superstiti del Frigidario delle Terme del Foro di Ostia i quali si avvicinano a tal punto ad esemplari di Afrodisia e di Pergamo da poter essere considerati, analogamente al pezzo in esame importati o eseguiti da scalpellini provenienti dall’Asia Minore. La datazione proposta dal Börker all’epoca tardo adrianeo-antoniniana è confermata dal confronto del tipo dell’acanto del nostro esemplare con quello degli altri superstiti.