Marmo greco scritto
Alt. massima 136 cm; diam. intermedio 32 cm; diam. imoscapo 35 cm
Età imperiale (II-III d.C.)
Fusto liscio di colonna su base attica
Fusto liscio di colonna in marmo greco scritto composto da due rocchi tagliati in epoca moderna, centrale (alt. 46 cm; diam. 32 cm) e inferiore con imoscapo (alt. 90 cm) risulta mancante il sommoscapo e l’altezza totale del fusto doveva raggiungere i 2,80 m circa. Il profilo dell’imoscapo che presenta numerose scheggiature e abrasioni, è costituito da un cavetto e un listello liscio (alt. 3,5 cm, sporge di 1,5 cm).
Il fusto liscio presenta una qualità di greco scritto caratterizzato dalla presenza di numerosi e brevi segmenti di color grigio nero, ampie striature che percorrono in diagonale il fusto; la superficie risulta ben levigata.
La denominazione del marmo “greco scritto” deriva, infatti, dal suo aspetto esteriore, che ricorda segni alfabetici e non dalla sua provenienza. Il suo impiego a Roma è da ipotizzare fin dagli inizi del II sec. d.C. e il suo utilizzo per colonne, lesene e decorazione parietale e pavimentale, continuerà non oltre il IV secolo d.C. In mancanza di dati che consentano l’attribuzione del fusto esaminato ad un preciso contesto monumentale, risulta difficoltoso l'inquadramento cronologico.
Il fusto è collocato su base attica antica non pertinente di marmo bianco (alt. 20 cm) con plinto; presenta alcune scheggiature, fratture sulla superficie e sono mancanti gli angoli del plinto. La base è caratterizzata dalla presenza del plinto su cui poggia il primo toro (alt. 4 cm), separato dalla scozia a profilo aperto (alt. 3,5 cm, prof. 2 cm) da un tondello (alt. 1 cm); alla scozia, limitata da due listelli ( alt. 0,5), segue il secondo toro (alt. 3 cm) di circonferenza inferiore, ma regolarmente espanso e con profilo arrotondato; inoltre rimane una piccola parte dell’imoscapo del fusto originario (alt. 1 cm). Per tali caratteristiche la base è collocabile cronologicamente tra la fine del II d.C. e il III d.C.