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Marmo bianco

Alt. alt. 25 cm; diam. inf. 42 cm; lato abaco conservato 55 cm; alt.: astragalo 2,5 cm; echino 10 cm; canale delle volute 4 cm; abaco 4 cm; diam. volute 10 cm. I-II d.C


Scheda opera

Capitello ionico a quattro facce di colonna

Capitello ionico del tipo a quattro facce, che risulta privo dei pulvini laterali con rocchetti, mentre presenta su tutti i lati la medesima decorazione e le volute si dispongono diagonalmente rispetto all'andamento dei lati dell'abaco, come risulta caratteristico della variante sviluppata in ambiente italico.

In questo esemplare il capitello è intagliato insieme al collarino liscio seguito dall’astragalo con perline di forma ovale con estremità arrotondate e coppie di fusarole “a calotta”; l’echino è decorato dal kyma ionico, costituito per ogni lato da tre ovuli interi, ben pronunciati e di forma ovale con la parte inferiore a punta, mentre i due esterni semplicemente delineati, sono in gran parte coperti dalle semipalmette lisce nascenti dalle volute. Gli ovuli sono contenuti in sgusci sottili e uniti dalle lancette, che non hanno ancora acquisito la forma di piccole frecce. Le semipalmette laterali sono a tre lobi ricurvi con terminazione ad uncino.

Le volute presentano una spirale nascente dalle estremità superiori dell’echino, al di sopra corre il canale delle volute liscio che prosegue nelle volute a nastro liscio a sezione leggermente concava con margine superiore sporgente liscio; esse terminano nell’occhio della voluta liscio; inferiormente presentano una foglia d’acanto percorsa da nervature con cima flessa. L’abaco è liscio modanato da listello e cavetto senza decorazioni, inoltre sembrano assenti le foglie protezionali delle volute ed è privo anche del fiore al centro del lato dell’abaco.

 

Il capitello ionico a quattro facce con volute diagonali e senza rocchetti sarà il tipo più diffuso in Italia a partire dal IV sec. a.C., ma soprattutto durante il III e II a.C.. Il tipo canonico attico sarà adottato a Roma già alla fine del II a.C., soprattutto dal I a.C., e poi per tutta l’epoca imperiale; un esempio illustre del suo utilizzo è visibile per l’edificazione del Tempio di Saturno nel Foro Romano. Il nostro esemplare soprattutto per la resa del kyma ionico, dove sono presenti ancora le lancette e dell’astragalo è collocabile probabilmente tra il I e il II sec. d.C.