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Marmo bianco

Età flavia (Seconda metà del I secolo d.C.)


Scheda opera

Lastra con soffitto di architrave

Lastra in marmo bianco, con scheggiature di varia consistenza lungo i margini, mancante sia della porzione angolare sinistra che del quarto inferiore, tagliati già in antico presumibilmente per reimpiego. La lastra è decorata centralmente da uno stretto lacunare intagliato con un balteo di foglie di alloro, trattenute da un nastro sottile e arrangiate in maniera speculare e convergente verso il centro della composizione, questo debolmente contrassegnato da una piccola ghianda sferica; le foglie hanno margini leggermente ondulati e pagine morbidamente increspate, prive di costolature. Il balteo è circondato da una serie di ornamenti disposti in maniera concentrica che ricoprono l’intera superficie disponibile; dall’interno verso l’esterno si distinguono: una coppia di spessi listelli piatti intervallati da un kyma di perle sferiche, cui segue un astragalo intagliato con perle ovali alternate a coppie di fuseruole dalla forma c.d. “a cappelletto”, e quindi un kyma lesbio vegetalizzato con archetti semicircolari e margini interni frastagliati. In corrispondenza della parte sinistra, l’intera sequenza decorativa ricalca la conformazione della lastra, caratterizzata da una forma trapezoidale con angolo acuto di circa 60°. La natura e la disposizione degli elementi ornamentali permettono di identificare il reperto con un soffitto di architrave e, più nello specifico, la peculiare conformazione trapezoidale consente inoltre di attribuirlo a un ordine applicato entro un partito architettonico movimentato, ovvero caratterizzato dalla presenza di parti aggettanti e rientranti, quale ad esempio la fronte di un ninfeo monumentale, la scena di un teatro, ecc. Che l’architrave non sia stato ricavato da un unico blocco non deve sorprendere, poiché non di rado, al fine di ridurre i tempi e i costi di lavorazione, gli elementi della trabeazione potevano anche essere realizzati con un nucleo in pietra locale rivestito da lastre di marmo. L’esemplare si data con ogni probabilità all’epoca flavia, un orizzonte cronologico cui rimanda non solo il moltiplicarsi degli elementi ornamentali che invadono l’intero spazio a disposizione, ma soprattutto la presenza dell’astragalo con le fuseruole c.d. “a cappelletto”, una peculiare forma decorativa che trova puntuali confronti con gli architravi provenienti dalla Domus Flavia sul Palatino e dal Foro di Nerva a Roma, nonché dalla Villa di Domiziano a Castel G¬andolfo. Una datazione del reperto all’epoca flavia ben si accorderebbe anche con sua la funzione strutturale, giacché in questo periodo si assiste al proliferare di architetture mosse, caratterizzate da prospetti mistilinei, angoli spezzati e setti curvi.