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Marmo bianco

Alt. 18 cm; lato abaco 38 cm; diag. max. 47 cm; diam. inf. 33 cm

Prima metà I secolo d.C.


Scheda opera

Capitello ionico diagonale di colonna

Capitello ionico diagonale di colonna contraddistinto da una peculiare forma di ornamentazione. L’alto abaco è intagliato con una serie di larghe baccellature (alt. 4 cm) che presentano una piccola membrana semicircolare alla base e che sono distinte da solchi di trapano non troppo profondi. L’abaco poggia su un canale delle volute con margine superiore rettilineo che si avvolge in spirali a nastro piatto, delle quali sopravvivono oggi minime porzioni. L’echino (alt. 7 cm) di forma cilindrica è intagliato con un serto di foglie di quercia sovrapposte, che si presentano disposte in maniera speculare e convergente verso il centro, ornate da bacche tondeggianti, lavorate con margini morbidamente increspati e ombreggiate da piccoli fori di trapano. Uno stretto listello (alt. 0,8 cm) marca il passaggio con il collarino, il quale è ornato da un kyma lesbio con semplici foglie semicircolari, intervallate a linguette appuntite dal dorso rilevato (alt. 4,5 cm). La soppressione del canonico kyma ionico in favore di un altro motivo è una forma assai rara di ornamentazione dell’echino, che affonda le proprie radici nelle sperimentazioni di età augustea, quando, su esemplari isolati, compaiono forme decorative e combinazioni inusuali. In questo orizzonte si colloca un capitello composito, ora a Palazzo Farnese, con echino bipartito ornato da una corona di foglie di quercia e da una fascia con corte baccellature, così come un esemplare ai Musei Vaticani del raro tipo c.d. a bande orizzontale, dove compare sia il motivo del collarino decorato sia una fascia con baccellature. Un serto di quercia compare quale ornamentazione dell’orlo del kalathos anche su una serie di capitelli corinzieggianti di provenienza romana (Musei Capitolini, Santa Maria in Domnica) e ancora di età augustea. I confronti più stringenti si possono però istituire con un capitello composito di età flavia proveniente dai Palazzi imperiali sul Palatino, dove l’echino ha profilo sensibilmente rigonfio e mostra una decorazione affine al nostro esemplare, sebbene realizzata con maggiore uso di chiaroscuri. La redazione semplificata del kyma lesbio sul collarino, con semifoglie flebilmente distinte e larghe linguette trova confronto con numerosi manufatti di epoca augustea, quali ad esempio la cornice del Tempio della Concordia, della Basilica Emilia, dell’Arco di Augusto al Foro, etc. In base ai confronti istituiti e in considerazione del tipo di lavorazione, eseguita con un moderato impiego del trapano, il capitello è databile fra la tarda epoca augustea e la metà del I secolo d.C.