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Marmo bianco-grigiastro

Epoca altomedievale (VII-VIII secolo d.C.)


Scheda opera

Capitello di colonnina

Capitello di colonnina con uno spesso abaco intagliato con tre semplici fasce sovrapposte e con un setto quadrangolare in cui si sarebbe dovuto scolpire il fiore centrale; al di sotto trova spazio una coppia di volute con spirali serrate e nastri piatti che, anziché estendersi in orizzontale nel canale delle volute, si protraggono verso la base del capitello incurvandosi e terminando con un piccolo ricciolo. La superficie esterna delle spirali è interamente rivestita da una foglia lunga e spessa, con pagina fittamente percorsa da incisioni concentriche, che arriva a lambire il corpo del capitello; si tratta con ogni probabilità di una fantasiosa rielaborazione del motivo della foglia di protezione delle volute che, da elemento accessorio, qui si espande sino a diventare elemento decorativo a se stante. L’esemplare, che si contraddistingue per la semplificazione dell’ornato e per la lavorazione poco accurata, ben si inquadra nel filone di stanche rielaborazioni dei capitelli corinzi e compositi di età romana prodotte fra l’VIII e il IX secolo d.C. e invariabilmente caratterizzate dal piccolo formato. Si tratta infatti di capitelli destinati ad ornare arredi sacri o partiti architettonici di piccole e medie dimensioni, quali ad esempio cibori, baldacchini, nicchie etc. A titolo di confronto si possono citare i molti esemplari prodotti nell’Italia settentrionale e centro-meridionale, fra i quali si segnalano in particolare alcuni manufatti provenienti da Brescia, Cividale del Friuli, Pisa e Amelia. Il peculiare motivo delle piccole spirali affrontate alla base del capitello trova confronto con un esemplare di provenienza ligure ora a Genova datato alla fine dell’VIII secolo, mentre quello più raro della foglia che si espande ricadendo al di sotto della voluta trova un parallelo con un esemplare della metà del VII secolo da Benevento, Museo del Sannio, che mostra una larga foglia ovale, leggermente concava e solcata da incisioni concentriche, e con un esemplare corinzieggiante dalla Chiesa di S. Nicola a Bari. Fermi restando i confronti citati, ma in considerazione del trattamento delle spirali, con il tracciato ancora non del tutto appiattito, e della strutturazione dell’abaco che denuncia un certo attaccamento ai modelli tradizionali, si potrebbe avanzare l’ipotesi di una datazione fra il VII e l’VIII secolo d.C.