Archeologia | Capitelli | Corinzi | Capitello corinzio asiatico di colonna | Descrizione opera

Calcare compatto di colore giallo-rossastro alt. 43 cm; largh. 73 cm; diam. inf. 50 cm Inizi del IV secolo d.C.


Scheda opera

Capitello corinzio asiatico di colonna

Capitello corinzio di colonna con due corone di foglie di acanto spinoso di tipo orientale. Le foglie sono articolate in cinque lobi divisi da strette e profonde zone d’ombra di forma triangolare, allungata e obliqua. Le fogliette dei lobi sono percorse ora da un’incisione mediana, che conferisce loro una sezione angolare, ora da un profondo solco di trapano in ricordo dell’increspatura della foglia; una coppia di solchi sottolinea anche la parte alta della costolatura mediana, leggermente svasata verso il basso. Nella prima corona, le foglie hanno la cima flessa e la foglietta centrale del lobo superiore ripiegata all’infuori su se stessa, mentre nella seconda corona esse aderiscono del tutto alla superficie del kalathos. Toccandosi, le foglie della prima corona creano una sequenza di tre figure geometriche. Ai lati della foglia centrale si dispongono i caulicoli ormai ridotti a un sottilissimo stelo piatto a sezione quadrata, decisamente sottodimensionato rispetto alle foglie del calice che sono chiamati a sorreggere; queste ultime appaiono compresse al di sotto dell’abaco con un andamento pressoché orizzontale. Le elici e le volute, divenute un sottile nastro piatto contiguo all’abaco, sono ormai completamente atrofizzate e prive di alcun significato strutturale. Se la forma dell’acanto è assimilabile a quella di numerosi capitelli corinzi prodotti in Asia Minore nella seconda metà del III secolo, la forma e la struttura dei caulicoli è invece tipica dei manufatti prodotti in Siria, Palestina e Arabia agli inizi del IV secolo d.C. Caulicoli di forma del tutto analoga a quella del nostro esemplare, con steli estremamente assottigliati e calici orizzontali sospinti sotto l’abaco, ornano un capitello costantiniano conservato presso la Chiesa di S. Anna a Gerusalemme nonché numerosi esemplari provenienti dall’antica Sergiopolis, odierna Resafa in Siria. A suffragare l’ipotesi di una provenienza da questa area geografica è anche il tipo di materiale in cui è ricavato l’esemplare, un calcare compatto di colore giallo-rossastro, litotipo caratteristico della parte sud-orientale del bacino del Mediterraneo.