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74 x 49 cm
Olio su tela


Scheda opera

Veduta del Campo Vaccino. Il Tempio di Antonino e Faustina verso Santa Francesca Romana

Il soggetto
Il Foro Imperiale, centro degli affari e della politica nella Roma dei Cesari, fu d’ispirazione per moltissimi artisti che durante i secoli giunsero a Roma da tutta Europa per ammirarne la maestosa imponenza. Ma nel Settecento, questi viaggi assunsero un ruolo più importante e formativo: Roma divenne una delle mete principali del cosiddetto “Gran Tour”, un lungo viaggio, che poteva durare anni, che i giovani aristocratici britannici intraprendevano nell’Europa continentale, privilegiando in particolare i luoghi della cultura classica. Durante questi lunghi soggiorni, i giovani studiavano la cultura, la politica e soprattutto l’arte del luogo. Ad accrescere il richiamo di questi viaggi influirono moltissimo le scoperte archeologiche, oggetto di un forte e continuo incremento in quel periodo, che riportarono alla luce intere città sepolte, come Ercolano e Pompei.


Il dipinto
A differenza della Scuola Vedutista Romana settecentesca, che considerava le rovine come un’imponente scenografia dei momenti di vita quotidiana della gente comune come i pastori con il loro bestiame, nell’Ottocento gli artisti raggiunsero una maggiore consapevolezza del valore intrinseco dei monumenti, trasformandoli nei veri protagonisti delle loro tele e risaltandone l’imponente e silenziosa staticità. Questo è il principio che guidò il pennello di Luigi Bazzani, pittore d’origine bolognese ma romano d’adozione, che focalizzò il suo lavoro sui monumenti dell’antichità privilegiando, oltre alle rovine romane, gli scavi di Pompei ed Ercolano, riportati alla luce pochi decenni prima della sua nascita, forte del crescente consenso che questo genere di pittura stava incontrando fra i collezionisti. Nella veduta di Bazzani, il Tempio di Antonino e Faustina in primo piano, è sgombro da ogni elemento umano che ne disturbi il silenzio contemplativo che regna su tutta la scena, ulteriormente enfatizzato dall’uso di una luce crepuscolare (un’ ambientazione che sembra anticipare alcuni elementi della pittura metafisica di De Chirico, dove regnano una medesima immobilità e una quiete quasi mistica). Ed è la luce l’elemento che Bazzani dimostra di saper usare con una certa abilità, creando un piacevole contrasto fra le linee pulite e dettagliate dei marmi intarsiati del Tempio in primo piano e le forme più sfumate della chiesa di Santa Francesca Romana, più lontana, sullo sfondo.