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57 x 83 cm
Olio su tela


Scheda opera

Scena di addestramento equestre

Il soggetto
La scena equestre è una tematica fortemente amata dall’artista. Si tratta della rappresentazione figurativa di una scuola di equitazione presso alcune rovine romane. Stendardo, che si era avvicinato alla pittura di genere prima nella sua nativa Anversa e poi nei suoi viaggi in Francia e in Italia, dove rimase a lungo, si era guadagnato il favore dei collezionisti concentrandosi prevalentemente su tematiche equestri. Uno dei suoi elementi di riconoscimento diverrà, infatti, il cavallo bianco che in molte tele appare al centro della composizione.


Il dipinto
Pieter Van Bloemen fa parte di quegli artisti della prima metà del Settecento che abbracciarono il concetto del paesaggio rurale italiano inteso come una nuova Arcadia ideale. Il viaggio nella penisola italiana (dall’inizio del Settecento in poi) verrà affrontato con un distacco maggiore, con uno spirito di esplorazione più che di partecipazione. Da queste osservazioni si ricaverà l’immagine vagamente letteraria di un paese contadino, arretrato, ma spensierato e luminoso. Il paesaggio italiano si attestò quindi come uno dei soggetti più frequenti del mercato artistico europeo, tanto da poter essere considerato quasi un genere autonomo: partendo dai presupposti stilistici del “paesaggio ideale” di scuola emiliana o francese del Seicento, esso si svilupperà con fortuna fino al XIX secolo. Stendardo opera in un periodo di transizione che porterà a tale risultato. La sua è una pittura che in alcune tele risente persino dell’influenza dei bamboccianti, pur non mostrando mai la loro genuina spontaneità. Egli ricerca un proprio linguaggio che lo distingua dagli altri, trovandolo nella miscela sapiente dell’elemento paesaggistico di sapore arcadico con la sua vera grande passione: i soggetti bellici ed equestri. Quest’opera ne è un importante esempio: la tranquillità di una veduta rurale, all’ombra di antiche rovine, viene interrotta dalla dinamicità di un destriero bianco che s’impenna scalpitante, catalizzando su di sé l’attenzione dello spettatore e riportando alla mente l’impostazione delle prime opere giovanili di questo autore, quando apprendista nella bottega del “battaglista” Simon van Douw ad Anversa, dipingeva cavalli spronati alla carica.