Archeologia | Elementi funerari e sacri | Elementi funerari e sacri | Frammento di rilievo di sarcofago con raffigurazione di Ippolito e nutrice | Descrizione opera

Marmo bianco

Fine III d.C.


Scheda opera

Frammento di rilievo di sarcofago con raffigurazione di Ippolito e nutrice

Frammento di rilievo di una fronte di sarcofago che presenta due figure: la prima femminile, panneggiata veste una tunica manicata, visibile in un tratto della parte inferiore conservato e nella scollatura, che scivolando sul braccio lascia scoperta la spalla destra e al di sopra una palla, che probabilmente le copriva il capo e poi scendendo dalla spalla sinistra, passa obliquamente davanti alla figura, addensandosi in molte pieghe circolari attorno alla vita e diagonali scendendo sulle gambe. L’altro è un personaggio maschile frontale, stante sulla gamba sinistra, che flette il braccio sinistro mostrando nella mano un dittico. Il torso nudo è attraversato da un balteo a cui doveva essere appesa la spada appena intuibile nel rilievo frammentario, mentre poco conservato sulla spalla sinistra è il lembo del mantello che qui ricadeva dalla spalla sinistra.

Pur nella frammentarietà del rilievo, è possibile identificare le figure rappresentate con Ippolito e la nutrice, grazie ai numerosi rilievi di sarcofagi che presentano sulla fronte l’articolata vicenda del fanciullo e della madre Fedra. Esemplari illustri sono conservati al Museé du Louvre a Parigi (rinvenuto nei pressi del fiume Chiarone in Toscana, già Collezione Campana, 290 d.C. ca.), al Museo Archeologico di Susa-Apollonia, al Museo Archeologico di Spalato (da Solona, III – inizio IV d.C.), al Museo Archeologico di Agrigento, al Museo Nazionale Romano (da Largo Preneste, Roma, 280-290 d.C.).

Sulla fronte di questi sarcofagi è rappresentato il mito di Ippolito, figlio di Teseo, accusato da Fedra di aver attentato al suo onore e scoperto poi innocente dal padre. Il rilievo è distinto in tre scene che si susseguono, in alcuni casi senza interruzione in altri, invece, un’arcata scandisce lo spazio in due sequenze, e sono ambientate nel palazzo di Teseo a Trezene. Non è possibile stabilire per la frammentarietà del nostro rilievo a quale delle due tipologie appartenga. A destra doveva trovarsi Fedra seduta fra le ancelle, al centro Ippolito in partenza per la caccia, che riceve dalla nutrice il messaggio di Fedra, così come ritroviamo sul nostro frammento, e, infine, a destra doveva essere rappresentato un messaggero che annuncia a Teseo la morte del figlio.

Gli elementi che hanno portato al riconoscimento dei soggetti sono la tipica rappresentazione di Ippolito nudo con balteo che gli attraversa il torace e dittico esibito in modo evidente contenente il messaggio di Fedra; inoltre, la nutrice è sempre rappresentata con la manica del chitone scesa, che mostra la spalla destra, e in alcuni casi con la mano tocca il braccio del giovane con affetto e confidenza, come nel nostro frammento. Mancano il cavallo e i cani, che indicavano la partenza per la caccia del giovane e molto vicine risultano le due figure che hanno come sfondo un drappeggio (parapetasma).

È possibile pertanto collocare cronologicamente il rilievo del nostro frammento intorno alla seconda metà del III secolo, nel 270-290 d.C., in base ai confronti con altri sarcofagi e per le caratteristiche stilistiche, tra cui la tendenza post-gallienica al pittoricismo con la disposizione delle figure su piani sovrapposti in posizione paratattica e prevalentemente frontale e, inoltre, l’uso illusionistico del trapano nei lunghi canaletti per il trattamento delle pieghe del panneggio.

 

BIBLIOGRAFIA di RIFERIMENTO: Musso L., s.v. Sarcofago con raffigurazione del mito di Ippolito, in Museo Nazionale Romano, I/8, 1, Roma 1985, pp.12-17P. Linant de Bellefonds, s.v. Hippolytos, in LIMC, I, pp.445-464; II, pp.322-324, Zürich-München 1990; Zanker P., Ewald Björn C., Vivere con i miti. L'iconografia dei sarcofagi romani, Milano 2009. .