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Marmo bianco
Alt. 85 cm, largh. 20 cm, prof. 26 cm
II – III d.C.


Scheda opera

Trapezoforo con protome di tritone

Trapezoforo con protome di tritone in forma di robusta zampa ferina, avvolta nella parte superiore da un calice di foglie appena accennate. Emerge, come dalle acque del mare, il corpo nudo di un giovane tritone, di cui si scorge solo il busto, rimanendo celata la coda da pesce, che però viene richiamata solo in rilievo sui fianchi del pilastrino. Le braccia sono mancanti, ma ne resta l’attaccatura alla spalla, che sembra indicarci la loro posizione originaria nel movimento tipico del nuotatore: forse la sinistra era alzata, ma leggermente flessa in avanti e la sinistra, verso cui volge lo sguardo il giovane, abbassata in dietro. Il volto, molto abraso, era inclinato verso l’alto e a sinistra, circondato da una folta chioma a ciocche. Dietro il corpo del giovane dio rimane il pilastrino di fissaggio, sui lati del quale sono scolpite le code di pesce che riconducono all’ambiente marino. Non risulta molto curato nei dettagli e nella resa anatomica.


Trapezofori figurati e con protomi ferine e animali, realizzati inizialmente in bronzo e  successivamente in marmi anche colorati, ebbero ampia diffusione dapprima in ambiente ellenistico e poi nel mondo romano come elementi di sostegno di tavoli, in prevalenza di forma circolare, che venivano disposti accanto alle klinai durante i banchetti. Dalla fine del I d.C. divengono preziosi elementi d’arredo nelle ricche dimore romane, raggiungendo alcuni un elevato livello artistico con l’utilizzo di preziosi marmi colorati, nella ricerca di emulare lo sfarzo delle lussuose residenze ellenistiche.